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Sannicola
Sannicola , con le sue frazioni di San Simone ,Chiesa Nuova e Lido Conchiglie, è un bellissimo e caratteristico paesino posto sulla costa jonica, a metà strada fra Gallipoli, Alezio, Tuglie, Parabita e Matino. La sua protettrice è la Madonna delle Grazie, che si festeggia dal 7 al 9 settembre. Questa devozione è molto forte e risale al 1700. Infatti, nel 1715, un antichissimo dipinto, rinvenuto, in località Meforìe, dall’abate Antonio Musurù, parroco del paese, venne trasportato a Sannicola. Qui, venne costruito un altare in onore della Madonna e successivamente venne costruita la chiesa parrocchiale dedicata proprio alla Vergine che, dal 1797, divenne la protettrice del paese, prendendo il posto di San Nicola. Da allora vengono attribuiti molti miracoli alla Madonna e, fra questi, addirittura quello di aver fatto terminare la seconda guerra mondiale, fatto che rafforzò ancor più la devozione dei Sannicolesi. Dopo la caduta del Fascismo, il 23 luglio 1943, si aspettava con ansia la fine della guerra e i fedeli erano convinti che questo sarebbe successo per intercessione della Madonna, in un giorno a lei dedicato. Ma, passarono invano il 2 agosto, e la Madonna della Neve di Neviano non intervenne, il 15 agosto, e non intervenne neanche la Madonna della Lizza di Alezio, mentre, l’8 settembre, quando si festeggiava a Sannicola la festa patronale, avvenne il tanto desiderato miracolo della fine della guerra e fu attribuito alla Madonna delle Grazie di Sannicola, i cui abitanti festeggiarono con grandissima euforia, fra balli e canti, il tanto sospirato evento. Molto caratteristico, a Sannicola, nei giorni della novena che precedono la festa dell’8 settembre, il tradizionale fischietto a tamburo che, all’alba e al tramonto, percorre le strade del paese scandendo i giorni della festa. Ma facciamo un passo indietro, nella storia di questo paese di 6500 abitanti, dell’entroterra salentino, a 32 kilometri da Lecce. Nelle abbazie di San Mauro e San Salvatore, sulla collina dell’Altolido, sono da ricercare le origini del paese. L’Abbazia di San Mauro era stata fondata, intorno all’anno Mille, dai monaci basiliani, arrivati in Terra d’Otranto per sfuggire alle persecuzioni degli imperatori iconoclasti. Ben presto, questa abbazia era diventata un fiorente centro culturale e un luogo di meditazione, dove tutti gli abitanti del posto potevano trovare pace e serenità. Il territorio allora si chiamava “Rodogallo” che in greco vuol dire “luogo delle belle rose”. Il primitivo nucleo abitato di Sannicola, dunque, era una grancia basiliana dipendente dall’abbazia di San Mauro e che venne intitolata a San Nicola, santo di origine orientale, da cui il villaggio prese la denominazione.Qui si rifugiarono i Gallipolini, in fuga dalla loro città , dopo la distruzione operata dall’esercito di Carlo d’Angiò, nel 1268-69. Dopo la messa a coltura della vastissima foresta di Sant’Agata, che i Normanni avevano donato al Vescovo di Gallipoli, Sannicola conobbe, nei secoli XVI e XVII, uno straordinario sviluppo economico, in particolare vitivinicolo, e i prodotti della terra potevano essere esportati in tutto il bacino del Mediterraneo grazie al porto di Gallipoli, uno dei più importanti empori dell’Italia meridionale nell’antichità. Arrivò, nel XVIII secolo, l’unificazione dei casali Cuti, Canali, Prandico, Juri, San Simone, Crocifissi e Chiesanuova in un unico casale, Villa San Nicola, e la richiesta di distacco da Gallipoli e di autonomia politica e finanziaria . Nel 1848, il nome del paese divenne semplicemente San Nicola, o meglio, Sannicola. Il motivo di questa anomalia nell’onomastica paesana è attribuibile alla ignoranza di un burocrate: tal Nicola Raccioppi il quale, nel biennio 1848-1850, svolgeva le funzioni di delegato sindaco. Costui, uomo onesto ed amabile, era tuttavia assolutamente digiuno di grammatica e, nei documenti ufficiali, scriveva sempre Sannicola, convinto che quello fosse il modo esatto per indicare il suo paese. Nel 1911, Sannicola ottenne finalmente il riconoscimento di comune autonomo e il definitivo distacco da Gallipoli, grazie soprattutto all’Avvocato Luigi Stajano, che divenne il primo Sindaco.Lo stemma civico del paese, il cui riconoscimento ufficiale avvenne nel 1913, raffigura, nella parte superiore dello scudo, un grappolo d’uva d’oro su fondo rosso e, nella parte inferiore, una croce rossa su fondo d’argento.Secondo le intenzioni del Barone Gennaro Bacile di Castiglione, ingegnere, esperto di araldica, il quale, su indicazione di Cosimo De Giorgi, approntò lo stemma, la croce rossa allude alle origini del casale di San Nicola, fondato dai monaci basiliani alle dipendenze del monastero di San Mauro; l’indipendenza da Gallipoli è richiamata dalla partizione dello scudo, il che, in araldica, significa “libertà difesa con valore”, oppure “pace ottenuta con la giustizia”. Il grappolo d’uva indica il benessere del paese legato principalmente alla produzione vinicola e a questo si aggiunga che all’uva, dal punto di vista araldico, viene assegnato il significato dell’allegria e della simpatia, caratteristiche queste, che gli abitanti di Sannicola amano attribuirsi. L’ultima domenica di maggio, si tiene a Sannicola la festa “te lu Masciu” (Il Maggio). Questa festa, voluta dall’Amministrazione Comunale, con lo scopo di recuperare le tradizioni di Sannicola, è la riproposizione di una cerimonia medievale che si teneva nel piazzale dell’Abbazia di San Mauro. Con la festa giunta alla sua decima edizione, il Comune di Sannicola è riuscito ad acquistare tutto il territorio circostante l’antico cenobio basiliano e questo è un significativo passo avanti verso il recupero della chiesetta bizantina e di tutta l’area nella quale si svolge la festa. La festa de “lu masciu” vuole essere un omaggio alla primavera, alla rigenerazione della natura e, in questa giornata, le ragazze fanno un inchino ai giovani inginocchiati che offrono loro un mazzo di fiori. Questa strana usanza è in realtà retaggio di una tradizione antichissima quando, nel Tardo Medioevo, intorno all’abbazia di San Mauro, i monaci basiliani tenevano in primavera una grande festa, proprio il 1 maggio, data che, nel calendario greco, era dedicata a San Mauro. Si celebrava la messa solenne in onore di San Mauro e, insieme ai festeggiamenti religiosi, si teneva una grande fiera alla quale accorrevano tanti commercianti dai paesi vicini che si scambiavano le loro merci, in quella che era diventata una ricorrenza molto sentita, nella quale anche le giovani coppie suggellavano le loro promesse matrimoniali scambiandosi, nei vassoi di frutta, le primizie della terra, secondo l’usanza bizantina (come riferisce L.Tria in “La disciplina giuridica del matrimonio secondo le consuetudini di Terra di Bari”, su Japigia anno 7, fascicolo 4). Molti sono gli studiosi che si sono occupati di San Mauro ed hanno menzionato, nelle loro ricerche, la festa de “lu masciu”, come Padre Barrella, nell’opuscoletto intitolato “L’antica abbazia di San Mauro in agro di Gallipoli. Note di storia e d’arte”, il Gabrieli, in “Bibliografia di Puglia” (su Japigia n°3 -1931) e M.Musca, in “Un anno a Sannicola” (Editrice Salentina- 1990). Oltre al recupero di questa tradizione da parte dell’Amministrazione Comunale, il restauro dell’abbazia di San Mauro permetterà a questo piccolo gioiello architettonico di offrirsi ai visitatori in tutto il suo splendore. La festa ha veramente il sapore d’altri tempi, anche perché gli abili organizzatori non lasciano nulla al caso, curando i costumi d’epoca che vestono i protagonisti, gli splendidi addobbi floreali e la musica che accompagna la festa. L’allegro e colorato corteo prende il via dal centro del paese, esattamente da Via delle Viole, fino alla località Santu Mauru ma prima, accompagnati dagli sbandieratori di Oria, si fa una sosta in Piazza della Repubblica dove, su calessi decorati con fiori e nastri colorati, le giovani coppie vestite in abiti d’epoca fanno rivivere il rito del romantico dono dei bouquet di fiori dei fidanzati alle proprie fanciulle. Si prosegue quindi, verso la collina dell’Altolido e qui comincia una altrettanto straordinaria festa di balli, canti e suoni, nello splendido scenario naturale che offre la collina, a due passi dal mare di Gallipoli.Vi è poi la fiera dell’artigianato locale e la degustazione di pitti tipici della tradizione contadina, preparati dalle abili mani delle massaie di Sannicola. La festa de “lu masciu” è una delle più caratteristiche feste del Salento, frequentata da moltissimi visitatori che accorrono anche dai paesi confinanti. Sannicola, i cui abitanti sono soprannominati “nniculari”, è luogo di splendide ville patrizie, residenza, in passato, di tutti i più illustri esponenti della cultura, della politica e società locale e non solo, come, ad esempio, i patrioti risorgimentali Bonaventura Mozzarella, Angelo Spirito, Giuseppe Stajano, Francesco e Salvatore Patitari, il Console francese Auvernj, il Console inglese Stivens, lo storico Bartolomeo Ravenna, l’abate Francesco Camaldari, lo studioso Leonardantonio Micetti, i giuristi Tommaso e Filippo Briganti e del gerarca fascista Achille Starace. Ricordiamo anche la Festa dei Santi Medici che si tiene in paese alla fine di settembre, e l’antichissima Fiera di Sansimone, che si tiene gli ultimi giorni di ottobre. (di Paolo Vincenti)Superficie: 27,30 kmq. -
Abitanti: 6.414 -
Denominazione abitanti: sannicolesi
Cap: 73017 -
Prefisso: 0833 -
Altitudine: m. 78 s.l.m.
Web :
Codice Catasto: - Codice comune: I059 - Codice Istat: 75070
Municipio : Piazza della Repubblica, 10 -
Polizia Municipale: 0833.231042
Pronto Soccorso: 0833.231641 -
Ufficio Postale: 0833.232163 -
Proloco :
Frazioni di Sannicola: San Simone - Chiesanuova - Marina di Lido Conchiglie
Mercato Settimanale il: Sabato
Santo Patrono: S. Maria delle Grazie
Festa: 08 Settembre -
Eventi:
Polizia Municipale: 0833.231042
Pronto Soccorso: 0833.231641 -
Ufficio Postale: 0833.232163 -
Proloco :
Frazioni di Sannicola: San Simone - Chiesanuova - Marina di Lido Conchiglie
Mercato Settimanale il: Sabato
Santo Patrono: S. Maria delle Grazie
Festa: 08 Settembre -
Eventi:
Come si arriva a Sannicola: SS. 101 di Gallipoli (distanza da Lecce 32 km).
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