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Martano
Le origini di Martano, come di molti comuni del Salento, sono avvolte nel mistero più fitto. Lo stemma civico della città rappresenta un centurione a cavallo, armato di una lancia, accompagnato dalla seguente epigrafe in latino: “Virum in silices vertit Martius Pegaseus aegide”, che riprende l’antichissima leggenda secondo cui Martano sarebbe stata fondata da Marzio Pegaseo, centurione romano che avrebbe avuto questa terra in dono come riconoscimento del valore dimostrato in battaglia, durante la conquista del Salento. In realtà, se tutti gli studiosi nell’Ottocento concordavano nell’attribuire la fondazione della città a Martius Pegaseus, altrettanto essi erano perplessi di fronte all’iscrizione “aegide”, che traducevano “con lo scudo di Giove”; ma questo non fugava comunque i loro dubbi.Oggi però sembra essere stato definitivamente (?) chiarito questo rompicapo. Recenti studi del Prof. Gino Pisanò hanno dimostrato che Martius Pegaseus non può essere stato il fondatore della città perché il termine Pegaseus è un termine dotto che non rimanda al valore guerriero ma, al contrario, rimanda al valore poetico, essendo Pegaso il cavallo alato delle Muse, simbolo dell’ispirazione poetica e dell’immortalità. Appare evidente che un centurione romano non poteva adottare come “cognomen” un termine che per i latini aveva un valore aristocratico, legato alla funzione eternatrice dell’arte poetica. Infatti Pegaso aveva il potere di trasformare l’uomo in pietra, essendo egli nato dal sangue di Medusa, che pietrificava gli uomini con lo sguardo. E come Pegaso, la poesia “pietrifica”, cioè rende eterni come le rocce i sentimenti umani. Seguendo la ricostruzione di Pisanò, allora Marzio non poteva essere il mitico soldato romano, bensì un umanista non meglio identificato che adottò lo pseudonimo di Martius dal suo paese di origine e Pegaseus per indicare la sua attività di poeta. Per quanto riguarda il termine “aegide”, questo è stato tradotto non più “con lo scudo di Giove”, ma “con la sapienza”, ricollegando l’egida a Minerva, dea della sapienza, il cui scudo aveva riprodotto nel centro la testa di Medusa, madre di Pegaso, di cui Marzio si disse seguace. E il fatto che Marzio Pegaseo fosse un fine letterato non deve certo stupire, in un centro come Martano, noto per la sua grecità e per la presenza di molti dotti non solo umanisti, come, per citarne alcuni, Stefano Cornacchia, famoso filosofo del XVI secolo, Cosimo Moschettini (1747-1820), medico, filosofo e glottologo, che fu socio di molte accademie scientifiche italiane, Clemente Intonaci (1836-1925), critico letterario e filosofo, traduttore di canti greci in dialetto e autore di molte opere come La Pentolaccia, Rudiae, Monologhi. Ad ogni buon conto, se non si può risalire indietro nel tempo all’età dei romani, per le origini di Martano, è certo però che almeno si possa risalire all’età medievale. Alle porte del paese,infatti, è situato il villaggio di Apigliano, a circa tre kilometri dal centro abitato. Abbandonato nel Cinquecento,le ricerche condotte sul campo hanno dimostrato che il villaggio esisteva già in età bizantina, almeno dal IX-X secolo. Gli scavi archeologici condotti dal Dipartimento di Beni Culturali dell’Università di Lecce, sotto la direzione del Prof.Paul Arthur, hanno reso una testimonianza importante sul passato medievale della città. ________________________________________________________________ La festa della Candelora ricorda il rito della purificazione che la Vergine Maria fece dopo aver dato alla luce Gesù. Infatti, secondo la legge degli Ebrei, ogni madre, che avesse dato alla luce un figlio maschio, veniva considerata impura per sette giorni e per altri trentatre non poteva partecipare a qualsiasi forma di culto.Al termine dei quaranta giorni, quindi, quando Maria fu di nuovo pura e potè uscire in pubblico, vi fu la presentazione di Gesù al tempio. Il rituale della purificazione prevedeva che si accendessero dei ceri, delle candele, da cui appunto “Candelora”, che dovevano essere portati in processione solennemente. Questa tradizione, dal vicino Oriente passò a Roma e, già nel VII secolo d.C., aveva raggiunto una grande importanza. A Roma, nel Medioevo, si compiva una lunghissima processione che partiva da Sant’Adriano e attraversava i Fori di Nerva e Traiano, attraverso il Colle Esquilino, per raggiungere infine la Basilica di Santa Maria Vergine. Successivamente, la processione si accorciò, svolgendosi intorno alla Basilica di San Pietro, con la benedizione solenne dei ceri da parte del Papa. Ancora oggi, in molte parti d’Italia, durante la festa della Candelora, si tiene una solenne processione e la benedizione dei ceri.Soprattutto in passato, questi ceri che, dopo essere stati benedetti, venivano tenuti in casa, si riteneva che allontanassero gli influssi maligni. Nei paesi costieri, si riteneva che questi ceri benedetti servissero a ritrovare gli annegati: gettati in acqua, si sarebbero fermati dove si trovava il corpo dell’annegato. A Martano, in occasione di questa festa, mercoledì 1 e giovedì 2 febbraio, si tiene una grande fiera, organizzata ormai da molti anni, dal solerte “Comitato Candelora martanese”. Per i commercianti, la Fiera della Candelora è una occasione importante per vendere i propri prodotti. Si vendono animali, soprattutto cavalli (con allevatori che vengono fin dalla Basilicata e dalla Campania), ferri, attrezzi agricoli e macchinari. La Candelora viene a cadere in un periodo molto particolare dell’anno, cioè in prossimità della fine dell’inverno. Un detto popolare recita: “Candelora dell’inverno semo fora; ma se piove o tira vento de l’inverno semo dentro”. Cioè, la festa della Candelora segna il passaggio fra l’inverno e la primavera, ma, se in questo giorno il tempo è brutto, l’inverno durerà un altro mese almeno e bisogna, quindi, ancora aspettare che il freddo passi del tutto. Testi di: Paolo VincentiSuperficie: -
Abitanti: -
Denominazione abitanti: martanesi
Cap: 73025 -
Prefisso: 0836 -
Altitudine:
Web :
Codice Catasto: - Codice comune: E979 - Codice Istat: 75040
Municipio : -
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