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Diso

Il 1° Maggio, a Diso, si festeggiano Santi Filippo e Giacomo. San Filippo Apostolo, secondo la tradizione, evangelizzò la Frigia e morì a Gerapoli crocifisso con la testa in giù, come San Pietro, all’età di circa 87 anni. Associato spesso a San Giacomo, viene rappresentato iconograficamente con la croce, segno del suo martirio, mentre meno frequente è la pietra, che ricorda la lapidazione. San Giacomo fu uno dei capi della comunità cristiana di Gerusalemme. Al rifiuto di rinnegare la fede cristiana, venne condannato, dal sommo sacerdote Hassan II, ad esser buttato giù dalla sommità del Tempio. Dato che, nonostante la caduta, non era ancora morto, venne preso a sassate e infine ucciso con un colpo di bastone. Nel 560, le sue reliquie vennero portate a Roma e venne festeggiato, da allora, il 1°maggio, insieme con San Filippo. Viene rappresentato iconograficamente con il bastone, che i suoi nemici utilizzarono per finirlo quando fu gettato dal Tempio di Gerusalemme. La leggenda che è alla base del protettorato di Filippo e Giacomo su Diso, narra che, una mattina di alcuni secoli fa, un gruppo di pescatori di Castro vide una nave che si era incagliata al largo del porticciolo di Acquaviva, e sulla nave i riflessi del sole facevano brillare due statue. I pescatori cercarono di raggiungere la nave e di impossessarsi di quelle immagini misteriose ma, stranamente, una forza li respingeva. I pescatori tornarono in paese e raccontarono l’accaduto al parroco e un gruppo di fedeli si recò al porto per verificare di persona. Ma, per quanti sforzi essi facessero, una strana forza li respingeva lontano dalla nave. Anche alcuni fedeli di Castro tentarono di raggiungere la nave, ma un vento impetuoso si alzava e rendeva loro impossibile raggiungere l’imbarcazione. La notizia, ben presto, si diffuse ed anche da Andrano vennero dei valenti pescatori che, però, non riuscirono nel loro intento. Solo agli abitanti di Diso fu concesso di avvicinarsi e di abbordare la nave. I disini poterono così constatare che le due statue, che da terra avevano destato la loro attenzione, erano di legno pregiato e raffiguravano i due Santi Filippo e Giacomo. Fu chiaro, per i disini, che i due Santi avevano voluto esprimere la loro predilezione per il loro paese, perché lì volevano rimanere. Sulla strada fra Diso e Castro, mentre i pescatori portavano le statue in paese, là dove essi fecero una sosta, oggi sorge una piccola cappella, chiamata Cappeddhuzza, dedicata a Filippo e Giacomo. La devozione nei loro confronti diventò veramente grande e i due Santi vennero eletti protettori di Diso. Col tempo, però, la devozione popolare si affievolì ed allora si rese necessario effettuare dei lavori di modifica della Chiesa Madre. Era convinzione dei prelati e dei fedeli che, dando una cornice più degna ai Santi Protettori, anche la pietas nei loro confronti si sarebbe ravvivata. Inoltre, nel 1745, il vescovo della Diocesi di Castro, Giovan Battista Costantini, si adoperò perché fossero portate in paese alcune preziose reliquie dei Santi Martiri. Giunsero a Diso due ampolle che contenevano alcuni resti dei Santi ed esse furono depositate nella chiesa matrice e, durante i giorni di festa, in occasione della processione dei Protettori, venivano esibite ai fedeli. Nessuno però era a conoscenza del contenuto delle sacre teche, poiché erano scomparse le “autenticae littarae”, cioè i documenti che accompagnavano le reliquie. Gli studiosi non si sentivano quindi di poter certificare l’autenticità delle stesse. Ma le statue, che noi possiamo ammirare nella chiesa matrice, certamente, non sono quelle della leggenda, ma appartengono ad un’epoca di molto posteriore. E per l’esattezza, esse risalgono al Settecento e sono di scuola napoletana. Questo certamente non ha fatto diminuire la devozione dei fedeli nei confronti dei Santi Filippo e Giacomo, il cui culto anzi si è intensificato. Come spiega A.Martella, in “Chiesa parrocchiale Santi Apostoli Filippo e Giacomo. Diso, Castiglione” (Lecce 1993) e in “Piccola guida Chiesa Parrocchiale Santi Apostoli Filippo e Giacomo. Diso, Castiglione” (Lecce 1994), i colori delle due statue, che un tempo erano troppo accesi e di cattivo gusto, e che oggi sono molto belli, giallo ocra il mantello di San Giacomo e rosso tenue quello di San Filippo, sono opera di un sapiente restauro curato, nel 1993, da Diego e Mario Judice di Conversano. Le due teche, appese al collo dei Santi, anch’esse di scuola napoletana, sono di argento cesellato. Inoltre, si possono ammirare le due corone, del 1787, il bastone di San Giacomo, del 1790, e la croce di San Filippo, pure del 1790. Singolarmente, il viso di San Giacomo evidenzia metà barba fatta e l’altra metà ancora da fare, in ricordo del fatto che, quando Gesù invitò Giacomo a seguirlo, l’apostolo non ci pensò due volte e accorse, dimenticando di completare il taglio della barba. Un curioso detto popolare, infatti, recita: “Si ccappatu comu San Giacumu, ca rimase cu ‘menza barba fatta e ‘menza a ffare”. Quella di Diso è una delle feste più importanti del Basso Salento che, insieme ai festeggiamenti religiosi, vede l’allestimento di una grandissima Fiera, presa d’assalto da visitatori da tutta la provincia, oltre ai concerti bandistici, nel paese illuminato e colorato a festa dai fantasmagorici allestimenti della ditta Mariano di Scorrano, e agli immancabili fuochi pirotecnici, opera di numerose ditte che quest’anno gareggiano fra di loro per la vittoria finale. Testo di: Paolo Vincenti
Superficie:  -
Abitanti:  -
Denominazione abitanti: disini
Cap: 73030 -
Prefisso: 0836 -
Altitudine
Web
Codice Catasto:  - Codice comune: D305 - Codice Istat: 75027 
Municipio :  -
Polizia Municipale
Pronto Soccorso
:  -
Ufficio Postale:  -
Proloco
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Mercato Settimanale il
Santo Patrono
: Santi Filippo e Giacomo
Festa: 1° Maggio -
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