Acquarica Del Capo

Il 6 e il 7 Novembre si festeggia, ad Acquarica del Capo, San Carlo Borromeo. Questa festa risale al Seicento, quando il Conte Guarino, all’epoca signore di Acquarica, per essersi salvato da una pestilenza che imperversava a Napoli, avendo fatto un voto a San Carlo Borromeo, fece costruire una piccola chiesa dedicata al Santo in questo piccolo paese del Salento. Molto antiche sono le origini di Acquarica del Capo, nata, probabilmente, dalla fusione di tre casali, Pompignano, Ceciovizzo e Cardigliano, che originariamente esistevano in questa zona. Intorno al X secolo, gli abitanti di Pompignano furono costretti ad abbandonare il loro casale, distrutto dalle scorrerie dei Saraceni, e cercarono rifugio altrove. Così, si fermarono in un luogo poco distante che era molto ricco d’acqua, elemento base per ogni tipo di attività. Il terreno era reso fertile dai numerosi fiumicelli e torrenti che vi scorrevano e, per questo, gli esuli chiamarono il nuovo villaggio “Acquarica” che significa, appunto, “luogo ricco di acque”. In seguito, anche gli abitanti di Ceciovizzo e di Cardigliano vennero qui per unirsi ai loro vecchi vicini ma il terreno, che i primi profughi non avevano abitato, era del tutto paludoso e malsano. Così, i nuovi arrivati iniziarono a dissodare e bonificare i terreni e, nel XVI secolo, l’emigrazione era completata. L’acqua, dunque, ha un ruolo fondamentale nella storia ed anche nell’economia del paese: infatti, l’acqua favorì l’artigianato locale nella lavorazione del giunco, qui chiamato “palieddhu”, con il quale venivano costruiti panieri e cesti che erano esportati in ogni parte d’Italia e che fecero guadagnare agli acquaricesi il soprannome collettivo di “spurtari”, cioè “costruttori di sporte”. L’elemento dell’acqua ricorre anche nello stemma civico del paese, che raffigura una fonte che zampilla. Acquarica fu affidata dal normanno Tancredi, nel 1190, alla famiglia Guarino che vi dominò, con fasi alterne, fino alla fine del XVII secolo; inoltre, furono feudatari di Acquarica i Securo, i Delli Falconi, i Centellas, il principe di Cassano Giuseppe D’Aragona e, infine, il Duca Antonio Zunica e la moglie Luisa Riario Sforza. Fra le bellezze architettoniche di Acquarica, in primis, la Chiesa parrocchiale dedicata a San Carlo Borromeo, che risale al 1619 ma è stata più volte rimaneggiata e custodisce all’interno pregevoli altari barocchi. Vale la pena poi di visitare la Masseria Celsorizzo, che è, oggi, quel che rimane dell’antico casale di Ceciovizzo, il nucleo originario che diede vita ad Acquarica. Questa masseria si trova nell’immediata periferia del paese, sulla strada che porta a Torre Mozza. Qui, il feudatario Fabrizio Guarino eresse una splendida torre colombaia, sulla quale si legge: “Fabri Ius…Columbarium Hoc Construixit …Sibi Suis Amicisque. Anno D.N.I. MDL”, che significa “Fabrizio fece costruire questa torre colombaia per se e per gli amici. Anno 1550”. Nel 1545,infatti, il Guarino aveva acquistato il casale di Ceciovizzo da Clausio Lubello, per 3500 ducati. Questo bellissimo complesso da molti anni aspetta la giusta valorizzazione che, oggi, sembra sia finalmente arrivata, grazie ad un progetto del Comune di Acquarica, che ha acquistato la struttura dalla famiglia Arditi di Presicce, che ne era proprietaria, e, con i fondi ex-Eca (Ente comunale assistenza), ha avviato un piano di recupero del prezioso bene architettonico. Testo di: Paolo Vincenti
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Codice Catasto: A042 - Codice comune: A042 - Codice Istat: 75001 

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